giovedì 7 gennaio 2016

Still Alice (perdersi)-Lisa Genova

Eccomi tornata con un'ennesima recensione su di un libro letto qualche mese fa, da cui è stato tratto il film omonimo,che si è aggiudicato persino un premio Oscar
               STILL ALICE                
           AUTORE:Lisa Genova
     PAGINE:293
       RATING: +14

      TRAMA
C'è una cosa su cui Alice Howland ha sempre contato:la propria mente.
E infatti oggi,a quasi cinquant'anni,è una scienziata di successo,invitata a convegni in tutto il mondo,che ha studiato per anni il cervello umano in tutto il suo mistero.
Per questo,quando a una importantissima conferenza,mentre parla davanti a un pubblico internazionale di studiosi come lei,Alice perde una parola-una parola semplice,di cui conosce benissimo il significato-e non riesce più a ritrovarla nel magazzino apparentemente infinito della sua memoria,sa che qualcosa non va.
E che nella sua testa sta succedendo qualcosa che nemmeno lei può capire.
O fermare.
La diagnosi,immaginabile fino a un momento prima,è di Alzeheimer precoce.
Da allora,Alice,perderà molte altre parole.
Perderà pian piano i nomi-per primi,quelli delle persone che ama,suo marito,i tre figli ormai adulti.Perderà i ricordi,ciò che ha studiato,ciò che ha fatto di lei la persona che è.
In questo viaggio terribile la accompagnerà la sua famiglia:il cui compito straziante sarà di starle vicino,di gioire con lei dei rari momenti,luminosi e fugaci,in cui Alice torna ad essere Alice.
E,soprattutto,di imparare ad amarla in un altro modo.
             
Questa è stata una delle storie più vere che io abbia mai letto.
La protagonista parla della sua malattia come se fosse un viaggio interminabile e lento verso l'inesorabile morte,ma riesce a dimostrare la sua forza d'animo e rimanere lei stessa fino alla fine.
Pensa solamente a quello che potrebbero pensare di lei coloro che le stanno intorno:i colleghi,professori plurilaureati,che seguono impassibili il lento decorrere della malattia che,silenziosamente,distrugge il cervello e l'intelligenza della donna,fino ad abbandonarla alla sua sorte,ritenendola inutile per il suo lavoro.
La sua famiglia,invece,la avvolge in un calore confortante e la accompagna senza fiatare,senza commentare lo stato certamente pietoso in cui si trova.I figli la accudiscono,come se fossero in debito con lei. E,in effetti,lo sono:è la loro mamma,anche se è stata assente per molti giorni della loro vita,troppo presa dal lavoro e dalla sua vita da scienziata.
Alice continua a disperarsi,a pensare di non essere più all'altezza,di non valere nulla per questo mondo:tutto per colpa di questo mostro che ha deciso di attaccare proprio lei.
Non è ancora pronta per questo,ha solo cinquant'anni.
Ma l'Alzeheimer non fa sconti a nessuno:si prende la tua vita e ne fa quello che vuole.
La paura peggiore di Alice non è morire,bensì dimenticare ed essere dimenticata.
Non vuole essere ricordata come la ex scienziata con una malattia,vuole essere ricordata per i suoi premi,i suoi successi nella ricerca.
Vuole rimanere Alice.

Questo era Still Alice.
"Senza ricordi non c'è presente."

-Gaia

Nessun commento:

Posta un commento